martedì 20 settembre 2011

Barosini e la corsa a Palazzo Rosso: l'intervista ad AlessandriaNews


Barosini: “Sarò il sindaco della gente”

I fallimenti della giunta Fabbio, ma anche Rita Rossa come “ritorno al passato”. Il leader Udc, presidente del consiglio provinciale, è scatenato, e si prepara ad una lunga maratona: l’obiettivo è la conquista di Palazzo Rosso
Gianni Barosini è “un estremista di centro”, come lui stesso si definiva fino a poco tempo fa sul suo profilo di Facebook. Dove il coordinatore provinciale dell’Udc di Alessandria conta già quasi 5 mila amici, a riprova non solo della sua popolarità, ma dell’uso costante ed attento del “mezzo” Internet. Lo incontriamo nel suo ufficio di Presidenza del Consiglio Provinciale. E’ scatenato ed entusiasta, un fiume in piena, che punta diritto su Palazzo Rosso.

Presidente, alle comunali di maggio lei sarà il candidato di tutto il terzo polo?
Il terzo polo è un cantiere aperto, che spero possa dare all’Italia una vera opportunità di cambiamento, moderata ma rigorosa. Ad oggi però non c’è ancora, per Palazzo Rosso, un accordo strutturato con Fli e Api, che spero possa naturalmente concretizzarsi. Io sono il candidato dell’Udc, perché il partito me lo ha chiesto, e perché ci credo davvero: è la logica conseguenza di un cammino di alternativa, per questa città. Non le sembra ce ne sia davvero bisogno?

Ricordiamolo, questo percorso…
Inutile girarci attorno: noi in Fabbio abbiamo creduto, e lo abbiamo sostenuto contro la Scagni. Ma ci ha profondamente deluso, e ben presto ci siamo accorti dove stava andando, con quali scelte e in quale pessima compagnia. Ci siamo sfilati, coerentemente. Anche perché nel frattempo siamo diventati sempre più critici nei confronti di Berlusconi e dei suoi bluff: esattamente come tanti italiani moderati, e amareggiati. Nel 2009 abbiamo avuto un ruolo decisivo nella vittoria di Filippi e del centro sinistra in Provincia, e crediamo che la sua giunta stia operando bene. Le dico subito, in riferimento al balletto indecoroso e un po’ umiliante delle settimane scorse riguardo alle manovre del governo, che io sono favorevole ad un serio accorpamento delle Province, ma cancellarle mi sembra una mossa azzardata, propagandistica. Pochi risparmi, perché comunque le funzioni e i dipendenti andrebbero naturalmente mantenuti, e probabilmente tanti disagi, per tutti.


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